My name is Rio
I suoi lavori sono sinonimo degli anni ottanta, rappresentano come quel decennio sia rimasto impresso nei nostri neuroni. Le sue donne nel nostro background di ricordi fanno compagnia a Don Johnson in “Miami Vice”, con i suoi completi rigorosamente indossati su t-shirt colorate e con le sue macchine sportive, spesso italiane, e ad immagini della primissima MTV. Non è un caso che la personificazione della sua tipologia femminile si trovi proprio in un due video, cioè “Addicted to love” e “Simply irresistible” di Robert Palmer, che vi consiglio di andare a recuperare su YouTube. Nagel ritraeva donne sofisticate, belle, altere, indipendenti, perfettamente a loro agio con tempi glamour ed edonisti, power women, donne in carriera, che nei disegni dell’artista sembravano compiacenti immagini del desiderio, senza però presentarsi mai sottomesse all’uomo. Ho scoperto il lavoro di Patrick Nagel, artista americano purtroppo morto giovane, a 38 anni per un attacco di cuore, grazie al mio amore per i Duran Duran e infatti una delle immagini più conosciute di Nagel è proprio la copertina dell’album “Rio” del gruppo inglese. Accoppiata perfetta, perché le donne dei video di Simon e soci sembravano sempre appena uscite da un quadro dell’artista, riscoprite un video evocativo e decadente come “The chauffeur”, una delle mie canzoni culto di sempre, per comprendere il perché. Penso che molti lavori grafici contemporanei siano nati ispirandosi a quelli in stile Art deco di Patrick Nagel, anche se non sempre gli è stato riconosciuto di aver così brillantemente rappresentato un’epoca.
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